I beni archivistici rappresentano la memoria storica di un luogo. Le articolate strutture e la molteplicità di materiali che li compongono, presentano particolari esigenze conservative legate alla tipologia di supporti e materiali e ai processi di degrado subiti nel tempo. Ogni volume o documento prodotto rappresenta un oggetto unico nel suo genere ed è compito del restauratore preservarne i singoli elementi.
Il materiale d’archivio rientra sicuramente tra i materiali più complessi e difficili da conservare. Non sempre ci troviamo in presenza di legature le cui strutture e cuciture seguono schemi precisi. Talvolta è possibile notare rimaneggiamenti o l’utilizzo di frammenti destinati al rinforzo di punti deboli. Tali stratificazioni ci raccontano la storia di quel manufatto, è quindi importante valutare l’approccio filologicamente più corretto con il quale intervenire.

Analizzare gli oggetti per comprenderne la storia e la manifattura, alla ricerca dei migliori approcci conservativi.
L’impiego di materiali di natura acida come, ad esempio, gli inchiostri a base ferrosa utilizzati per la stesura dei manoscritti, rendono questo tipo di materiale estremamente fragile per via della frammentazione talvolta grave alla quale è sottoposto. Per tale ragione è importante porre estrema attenzione alle tipologie d’intervento e alle modalità d’esecuzione, allo scopo di preservare e conservare l’informazione contenuta nel documento, rallentandone i processi di degrado e impedendo ulteriori perdite.
